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Bambini arrabbiati con i genitori: 3 cose da fare

30 Agosto 2018 By Romina Lascia un commento

Bambini arrabbiati con i genitori: 3 cose da fare

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Hai a che fare con bambini arrabbiati? Sei al supermercato e tuo figlio vuole riempire il carrello con tutto quello che trova e al tuo terzo “NO” che cosa fa? Alza le mani verso di te oppure inizia ad urlarti contro dimenandosi con forza e tigna. E in pochi secondi ti ritrovi gli occhi delle persone lì attorno puntati addosso, e chissà cosa penseranno di te.

Ti è mai capitato?

A me sì e non sono state belle esperienze anzi, non ti nascondo che in certe occasioni in pubblico è stato davvero imbarazzante, fino a quando mi sono stancata di sentirmi incapace di gestire la rabbia di mia figlia e il motivo era perché, in realtà, neppure io sapevo gestire la mia.

E’ grazie a quei momenti scomodi che mi sono attivata per conoscere meglio la rabbia e poter essere di aiuto a mia figlia nei suoi momenti clou. In fondo il nostro ruolo di mamme è anche questo.

Bambini arrabbiati: a cosa serve la rabbia?

La rabbia non è un’emozione negativa, al massimo può diventare negativa l’esperienza che vivi con essa se non la sai controllare o liberare al meglio. Parlo di te, ma in realtà la stessa cosa vale per tuo figlio.

La rabbia serve per stabilire i tuoi confini, i tuoi valori e scusa il gioco di parole il tuo “valore”. Ti arrabbi quando non ti senti riconosciuta, quando qualcuno esagera con te o quando un tuo valore per te importante viene calpestato. In parole semplice arrabbiarti ti permette di farti valere e inviare un messaggio chiaro al tuo interlocutore.

Al contrario, puoi aver imparato a gestire la tua rabbia in modi meno ecologici:

  • stando zitta anche quando avresti voluto urlare al mondo che esisti anche tu (rabbia repressa)
  • urlando addosso alle persone dicendo cose che nemmeno pensi
  • offendendo gli altri, sminuendoli
  • alzando le mani

La rabbia ha un’energia molto forte, energia che ti serve per tirare fuori ciò che hai bisogno di esprimere incanalando la sua forza senza offendere, aggredire, urlare, picchiare e tantomeno evitando di trattenerla, perché poi quando scoppia è poco piacevole.

Ciò che dobbiamo sperare è di rendere la rabbia un fuoco che cucina anziché un fuoco che brucia.

Clarissa Pinkola Estes

Se sei abbastanza curiosa, ti propongo questo libro Trasformare la rabbia, che io ho trovato molto interessante.

Lettura consigliata: Come dire no a tuo figli: 3 passi che danno i loro frutti

Le emozioni che tuo figlio sperimenta (soprattutto nei suoi primi anni di vita) sono molto intense e in realtà quando lo attraversano lui non sa neppure cosa gli sta succedendo, per questo ha bisogno che tu lo guidi e lo rassicuri.

Se ci fai caso noi adulti siamo più “contenuti” quando esprimiamo le nostre emozioni perché abbiamo appreso durante la nostra crescita, delle modalità che ancora oggi usiamo senza chiederci, purtroppo, se ci sono utili o meno.

Nel mio caso, io sono stata una maestra di rabbia repressa, l’ ho trattenuta a lungo perché oltre a non saperla gestire, avevo paura di tirarla fuori (dietro c’era la paura di essere rifiutata, abbandonata e tanta tanta insicurezza di me) e quelle poche volte che l’ho liberata, ho fatto dei guai.

Eppure io avevo imparato a gestire la rabbia in quel modo fino a quando gli episodi inaspettati e improvvisi di mia figlia mi hanno spinto a saperne di più su questa benedetta emozione.

Quindi, una cosa che ti consiglio vivamente di fare è quella di osservarti quando ti arrabbi e diventare consapevole del tuo modo di gestire la rabbia, perché prima di tutto tuo figlio ti imita e farà uguale a te, secondo, potrai renderti conto se è il caso di trovare un approccio più funzionale con questa emozione.

Lettura consigliata: Bassa autostima: 5 cose che fai che fanno sentire tuo figlio inadeguato

Bambini arrabbiati: 3 cose da fare

Ma torniamo a noi, se ti trovi di fronte tuo figlio rabbioso che alza le mani può essere per te una buona occasione di crescita (so che stai pensando che sono pazza :-)), però ti dovrai impegnare e soprattutto metterti in gioco, perché c’è da imparare.

Ti propongo 3 passi che puoi mettere in pratica e che aiutano sia te che tuo figlio, a sentire prima di tutto l’energia della rabbia e lasciarla andare così com’è arrivata in modo etico e senza mancare di rispetto a nessuno e senza che ci siano feriti.

1. Mantieni la calma

Quando tuo figlio ti mette le mani addosso o ti urla contro, è facile scattare, innervosirti e rimproverarlo. Peccato che però questo serva a poco anzi  è indice che la tua insicurezza ha preso il sopravvento. Se vuoi mantenere la calma, inizia a respirare in modo consapevole praticando la respirazione diaframmatica, quindi inspira dal naso gonfiando l’addome, trattieni l’aria per qualche secondo per poi espirare lentamente, ritraendo l’addome verso all’ombelico fino a buttare fuori tutta l’aria. Fallo per 3/4 volte con i tuoi tempi, in questo modo il tuo respiro si fa più lento e potrai sperimentare più calma dentro di te e vivere questo momento con più padronanza.

Lettura consigliata: Smettere di urlare a tuo figlio

2. Dai a tuo figlio il permesso di arrabbiarsi

Quando la rabbia di tuo figlio esplode, probabilmente lui stesso ha paura perché non sa cosa fare con tutta quell’energia che sente in circolo dentro di sè (le emo-zioni sono energia che si muove,  lo sapevi?) e ha bisogno che tu gli insegni come può utilizzarla senza che faccia male a se stesso o a qualcun altro.

Lettura consigliata: Come aiutare tuo figlio a difendersi 

Evita di dire : ” Smettila, finiscitela, dai non ti arrabbiare” perché in realtà lui deve imparare che può arrabbiarsi ma in modo “ecologico”.  Quindi dagli il permesso di arrabbiarsi (quindi dattelo anche tu!) e non prendere la situazione sul personale, magari tuo figlio sta svuotando il sacco dopo essersi sentito dire NO troppe volte, magari aveva voglia di stare con te e tu non avevi tempo etc. Comprendilo e mettiti nei suoi panni, puoi dirgli : ” Sei arrabbiato? Ti capisco, capita anche a mamma sai ? Stai tranquillo, io sono qui ad aiutarti  “.  Soprattutto quando si calma puoi chiedergli cosa lo ha fatto arrabbiare così tanto e crea uno spazio sicuro dove può parlare e instaurare un dialogo con te senza sentirsi giudicato.

Trattenere la rabbia, il risentimento e le offese ti provoca solo muscoli tesi, un mal di testa e una mascella dolente causata dal digrignare dei denti.

Joan Lunden

Lettura consigliata: Vergogna: come aiutare tuo figlio 

3. Insegna a tuo figlio un gesto che può utilizzare per sfogare la rabbia

A questo punto è necessario suggerirgli un modo semplice che può utilizzare per scaricare la rabbia senza che si faccia male o faccia male a qualcuno. Potresti dargli dei cuscini da prendere a pugni, oppure un battipanni, fargli sbattere i piedi a terra, battere un pugno sulla sua mano oppure ancora dargli un giornale (con mio figlio la rivista aiuta molto!) e dargli il permesso di strapparlo in mille pezzi.

L’importante è che possa trovare una sua strategia per incanalizzare l’energia che se non viene agita, rimane inespressa e la volta successiva sarà ancora più forte.

Se vuoi imparare dal vivo ad aiutare tuo figlio a gestire la sua rabbia clicca qui. 

Metti in pratica e mettiti in gioco

Spero che questi 3 semplici passi possano esserti di aiuto. Voglio essere sincera, saranno più efficaci quanto tu stessa sarai in grado di metterli in pratica su di te perché a quel punto tuo figlio non avrà bisogno di tante spiegazioni da parte tua, gli basterà osservare te quando ti arrabbi.

Quindi usa questi momenti per fare luce sul tuo modo di gestire la rabbia e se serve sperimenta una modalità più ecologica che ti aiuti a comunicare al meglio i tuoi messaggi e farti conoscere da chi hai attorno.

In casa mia da bambina si è sempre parlato poco di emozioni e di come esprimerle, oggi l’ occasione per saperne di più, me la stanno dando proprio i miei figli. Se vuoi iniziare a metterti in gioco e imparare qualche spunto educativo da utilizzare con tuo figlio, inizia da qui. 

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