Bambino iperattivo

Bambino iperattivo: 3 cose che dovresti conoscere

Mia figlia Nicole, che ora ha 9 anni, ha i capelli lunghi, molto lunghi e  quando li dobbiamo asciugare ci vogliono più o meno 10-15 minuti buoni. Ce ne vorrebbero sicuramente meno se stesse ferma, non muovesse la testa continuamente, non si alzasse dallo sgabello 100 volte per prendere il pettine o le spille nel cassetto del mobile e se non mi chiedesse continuamente: “Mamma hai finito?”.

Non sai quante volte le ho detto di stare ferma seduta, di girare la testa nel punto esatto dove io dovevo asciugarle i capelli. Spesso mi sono arrabbiata e infastidita con il risultato che, lavarle i capelli era diventata un’ attività non tanto piacevole ne per me, tanto meno per lei.

Oggi è facile trovarsi di fronte ad un bambino iperattivo, ma sai una cosa? A me non piace generalizzare dando etichette e in questo articolo ti voglio parlare di ciò che può aiutarti a conoscere più da vicino tuo figlio e far nascere sul tuo volto quel sorriso di sollievo quando lo vedi preso dall’ iperattività.

Bambino iperattivo: una grande scoperta

Ci sono casi di bambini iperattivi che sicuramente richiedono l’intervento di professionisti capaci di intervenire per aiutarli, se non a risolvere, ad alleviare la loro iperattività, tuttavia penso che ci siano anche quei casi nei quali conoscere i limiti di un bambino può essere davvero d’aiuto per una mamma.

“Se la conoscenza può creare dei problemi, non è tramite l’ignoranza che possiamo risolverli.”

Isaac Asimov

Jai Giedd, studioso americano, ha effettuato un interessante studio durato più di 10 anni, in base al quale sono state eseguite risonanze magnetiche per monitorare lo sviluppo cerebrale di 100 soggetti dell’età compresa tra l’infanzia, l’adolescenza e fino ai 20 anni.

E’ stato scoperto che i bambini, almeno fino ai 12 anni, utilizzano prevalentemente il cervello limbico sede della memoria, delle emozioni e dell’ inconscio.

La parte del cervello chiamata neo-corteccia (quella che a noi adulti ci consente di ragionare, valutare, riflettere e pianificare) inizia a svilupparsi dai 12 anni in poi e raggiunge la sua massima maturazione attorno ai 20 anni quando cioè il cervello diventa più efficiente.

Ti lascio qui una risorsa se vuoi approfondire e saperne di più.

Cosa significa ciò? Che i bambini sono più emotivi, fanno fatica a ragionare, o meglio lo fanno in modo più emozionale, non hanno la capacità di mettere sulla bilancia i pro e i contro di ciò che fanno o pianificare strategie e ciò che li spinge ad agire sono le emozioni che vivono, ecco perché non sempre riescono a stare su un’attività per molto tempo.

La loro mente ha dei limiti perché è immatura. Quindi come in qualsiasi comunicazione efficace, è necessario imparare più lingue, in questo caso quella di tuo figlio.

Ora capisci perché quando gli fai la ramanzina e gli spieghi le cose facendo lunghi monologhi lui non ti ascolta e ti dimostra con i suoi comportamenti che non ha capito il messaggio? Ricorda che conta di più l’esempio che sei, di ciò che gli racconti.

Come calmare un bambino iperattivo

Per calmare un bambino iperattivo devi imparare a conoscerlo ad un livello più profondo e scoprire in che modo tuo figlio filtra le informazioni che arrivano dall’esterno è il primo passo per iniziare.

Mi spiego meglio.

Vista, udito, tatto, olfatto, gusto sono i 5 canali sensoriali e ci servono per interagire con il mondo, sono dei canali di comunicazione, inconsci, dei quali non siamo consapevoli a meno che non decidiamo di scoprirli.

Il canale sensoriale utilizzato da tuo figlio per recepire le informazioni, caratterizza il suo stile di apprendimento, il suo modo di imparare e lo stile di apprendimento determina il modo in cui in maniera unica e stabile, percepisce, elabora, immagazzina e recupera in memoria le informazioni.

Se ascolti con curiosità e osservi tuo figlio puoi renderti conto quale canale sensoriale utilizza per la maggiore e sfruttarlo per comunicare al meglio con lui, rimandando il messaggio che vuoi che a lui arrivi usando il suo filtro.

Scendiamo nel dettaglio:

1. Il bambino visivo

Se tuo figlio ha come corsia preferenziale la vista, significa che percepisce il mondo prevalentemente attraverso i suoi occhi, sia con immagini esterne che interne.

Generalmente è un bambino attivo, tende a muovere le mani velocemente verso l’esterno a centrifuga e quando parla fa spesso dei movimenti inconsci degli occhi verso l’alto. Quando si relaziona con qualcuno, stabilisce uno stretto contatto visivo, mostrandosi invece timido al contatto fisico e tendenzialmente riservato nei sentimenti e nelle emozioni.

Impara facilmente quando gli si insegna attraverso le immagini e i colori, e vedendo ciò che fa un’altra persona tende naturalmente ad imitarla. Ama disegnare e creare cose, è preciso e cura i dettagli.

Ha una memoria fotografica in quanto ricorda perfettamente tutto ciò che vede e legge. La sua scrittura è leggibile e l’ortografia è molto buona. Ama leggere e ha l’abitudine di indicare tutto ciò che vede.

Usa spesso parole che si riferiscono alla vista, come per esempio: guarda, ho visto, è bellissimo, immagina, colori, è luminoso, vedere, osservare, contemplare, è chiaro etc

Se vuoi comunicare meglio con lui usa termini che rientrano nel suo canale o addirittura ricalca ciò che lui ti dice: Mamma hai visto che bel gioco che ha Michele? Si, ho visto, ora però dobbiamo andare a casa così puoi guardare i cartoni e puoi vedere che cosa ho preparato per te.

2. Il bambino uditivo

Il bambino uditivo percepisce il mondo attraverso l’udito ascoltando sia il  mondo esterno che i suoni interiori.  Un bambino uditivo si riconosce principalmente dalla voce perché parla in modo chiaro e senza tentennamenti e il suo tono è modulato.

Gli piace ascoltare attentamente e dialoga con molto piacere.

In genere è serio e sorride poco, risultando quasi inespressivo. Non avendo bisogno di esplorare o di osservare, è più sedentario di un bambino visivo.

Quando un bambino uditivo ascolta, tende ad inclinare la testa di lato, un pò come dire, “porge l’orecchio”. Quando parla i suoi occhi si muovono lateralmente in orizzontale e muove le mani come se fosse un direttore d’orchestra.

Le parole che abitualmente usa sono: suonare, ascoltare, udire, silenzio, chiedere, suono, dire, raccontare, tono, rumore, parlare, parola, armonia, ritmo, eco, sordo, ritenere, sussurrare, esprimere, tacere, ecc.

Se vuoi comunicare meglio con lui e catturare la sua attenzione usa termini che rientrano nel suo canale o addirittura ricalca ciò che lui ti dice: “Mamma ti devo dire una cosa! Si, dimmi ti ascolto, sono tutta orecchi.”.

3. Il bambino cinestesico

Il bambino cinestesico assimila le informazioni che arrivano dall’esterno attraverso le sensazioni corporee, le emozioni e il movimento del corpo.  Il canale cinestesico comprende il tatto, il gusto e l’olfatto.

Un bambino cinestesico è sensibile, emotivo, molto affettuoso e fa fatica a stare fermo per lungo tempo per questo può essere etichettato come un bambino iperattivo. Parla con lentezza e fa molte pause. Quando parla i suoi occhi sono rivolti verso il basso, il che significa che sta percependo i propri sentimenti. Quando parla gesticola e muove le mani verso l’interno, quasi a portarle sul cuore.

Ama toccare ed essere toccato. Il bambino cinestetico apprende più facilmente con la pratica e gli esperimenti.

Le parole più comuni in un bambino cinestesico sono: percepire, toccare, abbracciare, prendere, duro, felice, triste, emozione, pesante, dolore, calore, freddo, sensazione, vibrare, accarezzare, cuore etc

Se vuoi comunicare meglio con lui usa termini che rientrano nel suo canale o addirittura ricalca ciò che lui ti dice. “Mamma sono arrabbiato perchè Matteo mi ha spinto! Capisco amore, mi dispiace, anche a me è capitato di arrabbiarmi, vieni qui che ti do un abbraccio forte forte.

Lettura consigliata: Stili di apprendimento: scopri l’unicità di tuo figlio

Bambino iperattivo e ambiente esterno

I bambini si adattano al contesto in cui vivono e sappi che l’ambiente circostante li influenza e non poco.

Passa al setaccio la tua giornata: ” C’è calma o fretta? E’ ricca di sorrisi o arrabbiature? Ci sono abbracci o mani addosso? Ci si confronta o si discute con toni accesi? Ci sono parole gentili o parolacce? C’è tempo per rilassarsi o prevale l’urgenza? ”

Facci caso perché è molto facile essere presa dal vortice della quotidianità, perdere di vista i momenti belli offuscati dalla routine e trasmettere a tuo figlio questa frenesia.

Un bambino si adatta alla sua famiglia, al ritmo quotidiano, al contesto scolastico e non il contrario. 

Spesso mi sono infastidita di fronte a mia figlia che passava da un gioco all’altro nel giro di qualche minuto. Osservandomi mi sono accorta che il fatto di non riuscire a rimanere concentrata su una cosa alla volta fino alla fine, era anche un mio limite.

Lettura consigliata: Come calmare la mente 

Iniziavo più cose senza portare a termine quelle già iniziate, perché intanto mi veniva in mente la spesa, la merenda da preparare, gli appuntamenti in agenda, l’iscrizione al centro estivo da fare, come se ci fosse sempre qualcosa di più importante da fare rispetto a quello che stavo facendo.

Eppure la mia mente è matura, la mia neo-corteccia è ben sviluppata (quindi ho una macchina più efficiente rispetto ai miei figli) e il fatto di essermi resa conto della mia difficoltà a gestire i tanti stimoli ai quali ogni giorno mi trovo sottoposta, mi ha permesso di correggere le mie abitudini non utili e di conseguenza mostrare nuovi comportamenti ai miei figli.

Quindi come posso non comprendere un bambino iperattivo?

Bambino iperattivo: comprendilo e aiutalo

Ora che sai queste cose, sono certa che ti saranno di aiuto per essere più comprensiva con tuo figlio, con te stessa e trovare piccoli accorgimenti per entrare nel suo mondo e portarlo nel tuo.

Evita di incasellarlo in un solo canale perché tuo figlio è più complesso, ascoltalo in modo attivo, vedrai che sarà più facile interagire con lui e diventerà divertente, oltre che un buon allenamento, sperimentare tutti e 3 i canali.

Assicurati che possa vivere in un contesto familiare dove prevale il confronto, l’ascolto, il non giudizio, il divertimento, il rispetto e la condivisione e se non sai da dove iniziare parti da qui.

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