Come insegnare a tuo figlio a collaborare nelle faccende domestiche
Spesso ascolto storie di genitori arrabbiati perché i figli non muovono un dito in casa, rimangono attaccati ai cartoni, al tablet o alla play per molte ore e alla prima richiesta dall’ altra parte c’è chi sbuffa e si lamenta.
Questo è spesso causa di conflitti familiari e attriti che rovinano le relazioni.
Da piccoli i bambini imparano in fretta, anche ad essere collaborativi nelle faccende domestiche tuttavia è importante guidarli, coinvolgerli e apprezzare ciò che fanno anche se sembra poco. Prima inizi e meglio è.
Nel mio articolo ti parlo di come insegnare a tuo figlio a dare il suo contributo in famiglia, come chiedere le cose nel modo migliore per ricevere la sua attenzione e il suo aiuto.
Io sono cresciuta con la convinzione ” Chi fa da sé fa per tre “, mi è stato ripetuto spesso, poi nella mia esperienza familiare (e anche lavorativa) mi sono accorta che, quando ti danno una mano e si fanno le cose insieme, è tutta un’ altra storia.
Come insegnare qualsiasi cosa a tuo figlio
Qualsiasi cosa tu voglia insegnare a tuo figlio, la maggior parte del lavoro lo fai attraverso il tuo esempio, le tue parole e i tuoi gesti.
Per quanto sembra semplice, a volte non lo è affatto perché anche se siamo adulti, abbiamo i nostri limiti in aggiunta ai nostri atteggiamenti da affinare e migliorare.
Tuttavia è da qui che si parte. Se tu non sai chiedere, continui a dire che devi fare tutto da sola, se sgridi e fai notare a tuo figlio ciò che non fa, ahimè farai fatica a crescere un figlio collaborativo e disponibile.
Se invece inizi a metterti in discussione potrai sentirti davvero soddisfatta di te quando lo vedrai apparecchiare la tavola di sua iniziativa, quando ti chiede se può preparare le fragole o anche semplicemente, quando a 3 anni ti prende il folletto dalle mani perché vuole darlo lui.
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Educare i figli alla collaborazione
Non so cosa ne pensi tu ma per me la collaborazione è uno dei miei valori della vita e se non ci fosse nella mia famiglia per me sarebbe davvero un problema. Ecco perché ogni giorno cerco di promuoverla sia a casa che al lavoro.
Non sto a dirti che sarebbe molto utile che anche il papà collaborasse a suo modo in famiglia, a volte non è così scontato, tuttavia lascia sempre aperta la porta al miglioramento.
In più e non meno importante, per un bambino è fondamentale il bisogno di appartenenza, cioè il sentirsi parte della famiglia oltre che il bisogno di contribuire, di dare cioè il proprio contribuito nel contesto in cui vive e rendersi conto che quello che lui fa, fa la differenza ed è apprezzato.
Non sottovalutare questi due bisogni perché sono fondamentali per far sì che tuo figlio cresca con una buona autostima.
Lettura consigliata: Come aumentare l’autostima dei bambini
Vediamo allora insieme 3 cose che puoi fare per crescere un figlio collaborativo e ritrovare l’armonia in famiglia.
1. Apprezza il suo aiuto
Qualsiasi cosa tuo figlio faccia (se mette in ordine anche solo qualche gioco, se ti aiuta a mettere a posto la spesa, se ti avvisa che la carta igienica nel bagno sta finendo…) non lasciare che tutto ciò passi inosservato.
- Amore come sono felice che mi stai aiutando a mettere a posto la spesa, mi fa tanto piacere…così facciamo prima e ci rimane più tempo per fare qualcosa insieme
- Grazie per avermi detto che manca la carta igienica, hai fatto molto bene a riferirmelo….la metteresti tu per favore? Ti va? Così poi chi va in bagno la trova al suo posto..
- Che bello vederti riordinare le tue cose…sono proprio orgogliosa di te e dei tuoi progressi…
Se vuoi che un comportamento venga ripetuto, devi farlo contare e se il tuo bambino è ancora piccolo e ti aiuta a modo suo, puoi rinforzare ulteriormente il suo comportamento con un bel cinque con le mani, un bacio o un abbraccio.
Lettura consigliata: Come insegnare a tuo figlio ad apprezzare le cose
2. Smetti di rimarcare ciò che non fa
“Non fai mai niente, ancora non hai messo in ordine la camera, mi tocca fare sempre tutto a me, sei uno scansafatiche“
Queste sono tutte frasi pessime che di certo non portano tuo figlio a collaborare. Come al punto precedente, rimarcare un comportamento non fa altro che rinforzarlo e anche in questo caso succede la stessa cosa. La collaborazione sarà un vero e proprio miraggio.
In genere quando siamo su questa lunghezza d’onda stiamo recitando il ruolo di vittima, un ruolo che anche io ho interpretato per anni con il risultato che non ho ottenuto un bel niente se non rabbia e frustrazione prima di tutto con me stessa.
Grazie alla crescita personale ho scelto di diventare parte attiva e ho iniziato ad agire su ciò che era in mio potere fare. In questo caso chiedere bene, in modo specifico e chiaro senza tanti decori e giri di parole lasciando andare pretese e aspettative.
Per curiosità qui trovi una tabella dove sono indicate le attività che un bambino può svolgere in base alla propria età.
3. Fai domande utili
Piuttosto che dire di fare questo o quello a volte può essere utile fare delle domande che possono aiutare tuo figlio a trovare le sue risposte e ad essere più motivato a fare le cose.
Ti faccio alcuni esempi:
Se lascia spesso i panni in giro e a te dà fastidio, (in più glielo hai già detto diverse volte dove si mettono i vestiti sporchi), intervieni con una domanda piuttosto che ammonirlo: ” Dove si mettono i panni da lavare? ” .
Quando è lui a dare la risposta è una sorta di dichiarazione che fa sì che il comportamento desiderato sia sempre più chiaro, rimarcato in più le domande aiuto lo sviluppo del senso critico e della capacità di trovare soluzioni.
Ecco altre domande che potresti usare:
- Chi vuole mettere i piatti questa sera? (se hai più figli l’apparecchiatura diventa quasi una gara )
- Dove si mettono i piatti dopo aver finito di mangiare?
- Facciamo una gara a chi raccoglie più giochi? Vediamo chi vince….io scommetto che sono più veloce.
- Cosa si mette prima di andare a dormire?
Lettura consigliata: Gestire la rabbia: 4 passi
Come insegnare a tuo figlio a collaborare con amore
Un consiglio che mi sento di darti è di accettare che tuo figlio faccia le faccende di casa a modo suo senza trovare difetti o sminuirlo perché magari il lavoro non è venuto come avresti voluto. Rispetta i suoi limiti e fagli capire semplicemente dove può migliorare, così la prossima volta può fare meglio.
Sii paziente e non pretendere che da un giorno all’altro diventi un bambino prodigio, ci vuole pratica, ripetizione e costanza e sono certa che se sei gentile e paziente con te stessa, non avrai problemi ad esserlo con il tuo bambino.
Se sei pronta per iniziare a fare un buon lavoro con tuo figlio, parti da qui.

Ciao… Cosa succede se a tuo figlio di 7 anni dai una lista di compiti (mettere il tavolo, dar da mangiare al gatto e cambiarle l’acqua, non lasciare in giro scarpe, fare I compiti, lavarsi le mani prima di mangiare, non alzarsi da tavola fin che non ha finito di mangiare) e puntualmente si dimentica qualche punto???
Quindi, qual è la tua domanda?