reprimere le emozioni

Reprimere le emozioni di tuo figlio: 3 errori da evitare

Reprimere le emozioni di un bambino è davvero semplice, perché, lo dico a malincuore, il più delle volte noi adulti siamo cresciuti trascurando una parte importante di noi, quella emotiva.

Che cosa ti ricordi di più di tua madre?

Una donna che ti diceva di smettere di piangere o che ti diceva che le dispiaceva vederti con le lacrime?

E di tuo padre?

Nella tua mente, hai un’immagine di lui mentre ti diceva ” succede figlia mia di arrabbiarsi, stai tranquilla ora ti insegno come si faoppure di un padre che ti diceva di piantarla e farla finita “?.

Nella mia esperienza educativa non ho avuto una grande scuola di emozioni e ti dico già che ho ben superato quella fase in cui incolpavo i miei genitori per ciò che non sono riusciti a fare (serve davvero a poco, se non a rimanere con i piedi nel fango).

Semplicemente ho preso dal mio amico passato ciò che mi poteva essere utile e ora che sono mamma, ho fatto la scelta di insegnare ai miei figli ciò che i miei non sono riusciti a passarmi. Quello che poi non sarò capace di fare io, lo faranno i miei figli, ne sono certa.

Reprimere le emozioni: una strategia che non funziona

Io stessa sono stata un master nel reprimere la rabbia tanto che all’età di 30 anni, sono stata colta da improvvisi attacchi di ansia, facevo fatica a raggiungere il mio posto di lavoro a 7 minuti da casa per paura di svenire da un momento all’altro come se mi mancasse l’aria e uscire da sola per me era diventato un vero problema.

L’ unico luogo dove stavo bene era a casa, lì mi sentivo al sicuro e se uscivo lo facevo accompagnata da qualcuno. In quel periodo ero così lontana da me stessa che non riuscivo a dare una spiegazione a quello che mi stava succedendo.

Se anche a te non è stato insegnato ad ascoltarti, è molto facile reprimere le emozioni di tuo figlio anche non volendo e questo lo porterà a non esternare i suoi bisogni. Il rischio è quello di crescere un bambino triste già dalla più tenera età oppure un bambino spesso frustrato e arrabbiato che diventerà un ragazzo aggressivo e scontroso.

Lettura consigliata: Bambini arrabbiati con i genitori

Emozioni e sentimenti: non sono la stessa cosa

Ti spiego in modo molto semplice la differenza tra sentimenti ed emozioni perchè è importante e ti sarà utile per aiutare tuo figlio.

L’emozione è uno stato d’animo momentaneo, una reazione del corpo ad uno stimolo. Un’emozione la riconosci perché la “senti nel corpo”.

Quando ti arrabbi:

  • aumenta il battito cardiaco e il flusso del sangue
  • il respiro si accorcia
  • senti il bisogno di gridare o lanciare qualcosa.

Quando ti vergogni:

  • diventi rossa in viso
  • inizi a sentire caldo o a sudare freddo.

Quando provi rancore:

  • senti un blocco alla bocca dello stomaco o il diaframma che si contrae.

Quando sei euforica:

  • il cuore batte forte
  • ti agiti, hai bisogno di muoverti
  • quasi ti manca il respiro dalla gioia

In tutti questi casi c’è un coinvolgimento del corpo che grazie alla sua intelligenza, attiva una serie di manifestazioni (sudore, aumento del battito etc) che hanno il compito di portare fuori l’emozione.

Non a caso l’etimologia della parola emozione è da ricondursi al latino emovère (ex = fuori + movere =muovere) letteralmente portare fuori, smuovere.

I sentimenti invece non ci colgono di sorpresa come le emozioni ma possono essere vivi dentro di noi per più tempo. Attraverso i sentimenti creiamo legami con le persone che per noi sono importanti e più siamo in contatto con noi stesse, più riusciamo a viverli con consapevolezza. Esempi di sentimenti sono l’affetto, la fiducia, l’ amicizia, l’ amore ma anche indifferenza, odio e malinconia.

Se ad esempio ti arrabbi, puoi evitare di dare la colpa ad una persona o all’evento e chiederti: ” Perché mi sono arrabbiata così tanto? Che cosa mi sono detta in quel momento? Che cosa ho pensato di me?

Quando ti alleni ad andare oltre all’emozione, oltre a diventare responsabile delle tue azioni e agire in modo proporzionato alle situazioni, eviterai di reprimere le emozioni nel corpo, che a lungo andare oltre a creare tensioni e irrigidimento possono trasformarsi in malattie psico-somatiche.

Purtroppo nella società di oggi ci sono troppe emozioni e pochi sentimenti, ed è veramente un caos. E’ bene ritornare ai sentimenti e questo lo puoi fare attraverso un buon lavoro su te stessa.

Lettura consigliata: Life coach per mamme

Reprimere le emozioni di tuo figlio: 3 errori da evitare

Quindi come al solito per evitare di reprimere le emozioni di tuo figlio è bene iniziare da un buon lavoro di ascolto interiore e mettere a disposizione del tuo bambino uno spazio dove può esprimere se stesso senza sentirsi giudicato e criticato.

Nel momento attuale che stiamo vivendo, dove da quasi due mesi siamo chiusi in casa con zero rapporti sociali, anche tuo figlio può manifestare attraverso i suoi comportamenti, difficoltà a gestire le sue emozioni come ad esempio: rabbia, frustrazione, stanchezza e noia.

Se lo vuoi aiutare, non giudicare le sue azioni, aiutalo a tirare fuori ciò che sta vivendo con curiosità, comprendilo e fagli sentire che tu ci sei. Un bambino che si sente amato e accettato per quello che è, è un bambino davvero fortunato.

Vediamo allora, 3 errori da evitare per smettere di reprimere le emozioni di tuo figlio:

1. I bambini maschi non piangono

Ho sentito qualche giorno fa al mare una mamma che ha detto a suo figlio, (che credo non avesse neanche 2 anni): “smettila di piangere, i maschietti non piangono“. Questa frase ha un retrogusto della mia infanzia, se non anni 50, è molto vecchia non trovi?

  • Un bambino che si sente dire una frase di questo tipo che cosa impara secondo te?
  • Che sia maschio o femmina non hanno entrambi la loro parte emotiva?

In questo caso il bisogno di quel bambino (sentimento) non viene accolto, magari aveva bisogno di una coccola, un abbraccio, essere rassicurato e meno male che un pò è riuscito a piangere, risposta del corpo per portare fuori l’emozione che ha provato in quel momento.

Una domanda che quella mamma avrebbe potuto fare a suo figlio per evitare di reprimere ciò che quel bambino stava vivendo, poteva essere:

Amore, che cos’hai fatto? Che cosa c’è dietro queste lacrime? Vieni qui da me che ti coccolo un pò…”

2. Che cos’è quella rabbia? Non si fa così…

Se anche tu sei cascata in questo tranello, ti capisco. Un bambino deve imparare che la rabbia ha la sua utilità, impedirgli di arrabbiarsi serve solo a renderlo più frustrato e nel tempo più aggressivo.

La mia difficoltà con questa emozione l’ho avuta perché io stessa avevo paura della mia rabbia, l’ho repressa per anni e quando mi sono trovata di fronte mia figlia furiosa che lanciava cose e si dimenava contro di me andavo in tilt.

Quindi quello che ho fatto è stato imparare a conoscere più da vicino la rabbia, gestirla in modo proporzionato e insegnare a mia figlia un modo per arrabbiarsi senza fare male a se stessa o a chi ha accanto.

Anche qui come in ogni situazione, dietro alla rabbia c’è un sentimento non accolto per cui è bene ed interessante capire che cosa l’ha scatenata per andare alla radice.

3. Non devi avere paura

Sminuire le paure di tuo figlio è un altro modo di reprimere le emozioni.

Mamma ho paura dei mostri!”

Ma cosa dici??? I mostri non esistono…chi ti ha messo in testa questa cosa!!

Non dare importanza alle sue paure non lo aiuta a superarle, anzi diventano ancora più grandi e con il tempo, può imparare a pensare che ciò che prova non va bene. Questo si traduce nel non fidarsi di se stesso.

Dietro ad una paura c’è sempre qualcosa di più interessante, un bisogno fondamentale che tuo figlio è bene che impari a esprimere, perchè è una parte di sè che deve essere accolta.

Un giorno al mare, ero ai giochi con i miei figli e nascosta in angolo di una casetta, c’era una bimba di 4/5 anni che piangeva. Le ho chiesto perchè piangeva e lei mi ha risposto che, siccome aveva disubbidito alla mamma, aveva paura che lei non le volesse più bene o addirittura che volesse più bene alla sua sorella.

Ti rendi conto della profondità di ciò che quella bambina ha detto?

Mi sarebbe piaciuto andare dalla sua mamma e dirle che sua figlia le voleva dire una cosa molto importante ma mi sono trattenuta…forse non avrebbe capito.

Negare una paura è come tenere una palla sott’ acqua, è una fatica enorme e quando salterà fuori, lo farà fortissimo.

Lascia che tuo figlio possa parlare delle sue paure, ascoltalo con curiosità e interesse, scoprirai che spesso ciò di cui lui ha bisogno è sentirsi dire che è umano provare paura e che tu sei pronta ad accogliere le sue debolezze e aiutarlo.

Lettura consigliata: Bambini insicuri: come aiutarli

Reprimere le emozioni: no grazie

Devo essere una sirena….non ho paura della profondità e ho una gran paura della vita superficiale.

Anais Nin

Ciò che lega una madre come te a tuo figlio è l’amore e l’amore è un sentimento. Sono certa che nel profondo di te, se ascolti e osservi bene tuo figlio hai già un’ idea di ciò che sta vivendo e gli sta succedendo anche senza che lui ti parli. Un pò come due innamorati, si capiscono guardandosi perchè sono legati tra loro da qualcosa, un sentimento.

Smetti di reprimere le emozioni (sia tue che di tuo figlio) quando impari a vivere in profondità, quando non ti fermi alla superficie, a ciò che i tuoi occhi possono vedere.

Avere un figlio è una grande opportunità di crescita per te e se vuoi davvero smettere di fare errori con tuo figlio inizia da qui.

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