Smettere di urlare a tuo figlio: l’ingrediente segreto
Che urlare a tuo figlio non faccia bene, credo che tu lo sappia e forse ti stai già rendendo conto che questo tuo atteggiamento sta lasciando il segno sulla crescita del tuo bambino.
Eppure, nonostante prometti a te stessa che non lo farai più, ogni volta è la stessa storia. Scatta l’urlo e poi te ne penti anche.
Come fare allora per smettere di urlare a chi ami?
Smettere di urlare: la trappola
Sono in grado di controllare solo ciò di cui sono consapevole. Ciò di cui sono inconsapevole, controlla me.
A. De Mello
Smettere di urlare è come mettersi a dieta. La frase è sempre la stessa: ” da domani smetto “. Eppure non è così…ti sei mai chiesta perché?
Se bastasse la tua buona volontà a quest’ora saresti coerente con ciò che pensi sia giusto fare e ciò che fai, perché sai bene che urlare non aiuta tuo figlio a correggere i suoi comportamenti, a gestire le sue emozioni e in più una bassa autostima diventerà una sua compagna di viaggio.
Se urli, tuo figlio imparerà ad urlare perché nei primi 6 anni, l’ imitazione è uno dei modi che ha per apprendere nuove cose su di sè, sulle sue abilità, sugli altri e sul mondo intero.
Per questo è bene che prendi coscienza di questa cosa.
Secondo i ricercatori che operano nel campo delle Neuroscienze, l’essere umano medio è cosciente solo del 5% delle sue attività quotidiane, mentre il 95% avviene a livello inconscio e queste cifre sono ottimistiche: alcuni le riducono all’ 1% e al 99% (fonte “Usare il cervello del cuore di Annie Marquier”).
Sapere questo è fondamentale e mi auguro ti aiuti a comprendere ad un livello più profondo che non basta la tua buona volontà (rappresentata da quel 5%) per smettere di urlare a tuo figlio, devi per forza coinvolgere quel 95% se vuoi cambiare marcia.
E’ questo il vero ingrediente e quindi non mi resta che dirti come fare nella pratica.
Lettura consigliata: Picchiare i figli: le conseguenze sulla crescita.
Smettere di urlare: come fare nella pratica
Il problema è che urlare a tuo figlio potrebbe essere per te “un’abitudine“, un automatismo e quindi anche una minima cosa ti fa scattare. Urli cioè anche se non ci sono in realtà le condizioni (hai presente quando ti arrabbi per niente ? Quando dici “è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”) perché ormai quella è diventata la tua “modalità” di risposta, che bada bene, non è cosciente ma fuori dalla tua consapevolezza.
Come fare per spezzare questo meccanismo?
E’ chiaro che dovrai lavorare su quel 95% ovvero sulla tua mente inconscia che è la sede delle emozioni, delle abitudini, degli automatismi e delle memorie.
Su questo ci sarebbe molto da raccontarti, per questo nei percorsi individuali dedico proprio un’intera sessione per spiegare il funzionamento della mente e come lavorare per attuare un cambiamento duraturo perché, se non conosci la macchina, come puoi usarla al meglio delle sue potenzialità?
Vediamo allora 3 passi per iniziare a ridurre il più possibile le sgridate e le urla in casa e sostituirle finalmente con comprensione, calma e rispetto.
1. Individua la situazione critica
Individua quella situazione che ti mette a dura prova e nella quale urlare è diventata la tua risposta.
Hai presente quando usi lo zoom della macchina fotografica (o del tuo telefono) per fare un primo piano?
Ecco ti chiedo di fare la stessa cosa, fai lo zoom di quella situazione (possono essere anche più di una ma ti consiglio di lavorare su una esperienza alla volta ) e scrivila su un foglio.
Una volta trovato l’episodio lavoraci a freddo ” quando cioè sei tranquilla” o in uno stato neutro.
A questo punto chiediti:
- quali sono i miei pensieri e le mie sensazioni in quel momento?
- che cosa fa scattare quella reazione?
- è appropriata la mia reazione?
Scrivi su un foglio ciò che emerge perché è molto importante accorgerti che cosa accade dentro di te (siamo in quel 95%) in quel momento, perché appunto puoi cambiare solo ciò di cui sei consapevole. Ricordi?
Ora continua l’esercizio aiutandoti con queste domande:
- Devo per forza pensare in quel modo?
- Come voglio affrontare quella situazione quando si ripresenterà?
- Come voglio sentirmi di fronte a mio figlio ?
- Che parole voglio usare?
- Quale nuovo gesto mi farà sentire orgogliosa di me di fronte a mio figlio?
Queste sono tutte domande di “cambiamento” che ti aiuteranno a creare la tua nuova risposta di fronte a quella stessa situazione. Ti accorgerai che si crea una nuova immagine nella tua mente, un nuovo film che, se è veramente ciò che vuoi, ti consiglio di nutrire ogni giorno.
E’ un esercizio molto utile, dedicagli tempo.

Lettura consigliata: Pensieri negativi: come riconoscerli.
2. Allenati a non giudicare
Se giudichi le persone non avrai tempo per amarle.
Madre Teresa di Calcutta
Un’ altra cosa che ti aiuterà a smettere di urlare a tuo figlio è togliere qualsiasi tipo di giudizio. Per quanto possa sembrarti un consiglio banale, questo è l’ingrediente segreto.
Perché ti arrabbi con tuo figlio in fondo? Perché in qualche modo stai giudicando lui stesso o un suo comportamento in base a ciò che tu ritieni giusto, in base a ciò che sai e hai imparato.
Se ad esempio urli a tuo figlio perché non ha messo a posto i giochi oppure perché non sta fermo un attimo o non studia come vorresti, in qualche modo stai giudicando ciò che fa come giusto o sbagliato.
E secondo te, un bambino sarà più disponibile a collaborare quando un adulto gli chiede le cose con rispetto e gentilezza oppure quando lo giudica incapace, pigro con continue sgridate?
Lo so, mi sembra di vederti mentre stai dicendo ” eh fosse facile“, infatti non ho detto che è facile soprattutto in una società come la nostra dove “giudicare gli altri ” è diventata un’ arma per proteggerci. In fondo in fondo se ci pensi bene, non è un’arma ma una trappola che abbiamo imparato ad usare per difenderci dalle nostre debolezze.
Una domanda che mi ha sempre aiutato a non giudicare è questa: ” Se togli qualsiasi giudizio su tuo figlio cosa rimane? “.
Ricorda: quando esprimi un giudizio non vedi le cose o le persone per quello che sono, vedi solo il tuo giudizio.
Lettura consigliata: Come accettare gli altri.
3. Osserva e fa un passo indietro
Quando urli a tuo figlio, forse pensi che sia lui il responsabile della tua reazione tuttavia non è così. Urlare e alzare la voce non è segnale di forza piuttosto di paura e insicurezza perché in realtà, sotto sotto, sei arrabbiata con te stessa perché non riesci a gestire tuo figlio come vorresti.
In più i bambini possono diventare dei bersagli facili e noi adulti ce la prendiamo con loro quando in realtà siamo insoddisfatte del nostro lavoro, non ci sentiamo riconosciute e apprezzate da chi abbiamo attorno oppure non siamo felici della relazione che abbiamo. Quindi come vedi il problema sta da un’ altra parte.
Ecco perché può essere interessante fare ogni tanto il punto della situazione della tua vita per vedere se c’è qualche area che ha bisogno della tua attenzione e di qualche “ritocco”.
In più e non meno importante, noi esseri umani abbiamo dei bisogni fondamentali (di amore, accettazione, riconoscimento, rispetto, sostegno….ecc) e se non sappiamo di averli, come facciamo a soddisfarli?
Il rischio è continuare a pensare che sia qualcun altro ad avere il compito di soddisfare quei nostri bisogni, dai figli, al partner, ai genitori o agli amici ma non è così perché siamo adulte e la bella notizia è che possiamo in qualsiasi momento dare a noi stesse ciò che ci serve.
Ti rendi conto che libertà?
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Smettere di urlare: il passo che conta
Ora metti in pratica questi esercizi, ricordati che la teoria va a braccetto con la pratica e per avere nuovi risultati devi fare cose che fino ad oggi non hai fatto.
Diventa consapevole che i primi anni per tuo figlio sono quelli in cui getti le basi della sua autostima, crei le fondamenta per una relazione rispettosa e amorevole per questo se vuoi iniziare fai il tuo primo passo qui sotto.
